Recensione il caimano
Recensione a cura di maremare
"Ma tutti questi soldi, in realtà, da dove vengono?".
(Indro Montanelli)
Con questa sua ultima fatica, Moretti non firma certo uno dei suoi film migliori, firma però uno dei film più studiati e maturi.
L'ambizione non è quella di realizzare un film su Berlusconi, è quella di realizzare un film sul Potere.
Per fare ciò Moretti attua una sorta di autoterapia, nel senso che tutto il film appare essere un immane sforzo di autocura individuale. L'intento è encomiabile e raffinato, e non sarà colto dai più.
Il cinema, l'arte, perché sia tale, credo non possa prescindere da una visione soggettiva delle cose che, magicamente, riesca a parlare alla collettività. Certo il campo è minato, poiché l'argomento è politico e attuale, quindi menti semplici potrebbero trovare l'abbrivio per cavalcate anticomuniste.
Per questo Moretti si circonda di tanti amici cinematografari (Sorrentino, Virzì, Montaldo, Garrone, Grimaldi), lo fa per sentirsi più rassicurato nell'affrontare "Il Caimano". In maniera ossessiva costruisce un film a blocchi, addirittura scomponibili tra loro: un film sul mondo del cinema, un film sul mondo coniugale del produttore, un film su Berlusconi. Nonostante l'immane sforzo di cesura, è forse l'eccessiva costruzione ad appesantire il film e se di ogni blocco si fosse fatto un mediometraggio autonomo, questi sarebbero stati più fruibili e gradevoli. Ma sarebbero stati altri film. Ne "Il Caimano", invece, a seguito di questa costruzione, a volte si ha la sensazione di assistere a sketch un po' slegati dal film, come quello, divertentissimo, del tamponamento di Orlando, quando scopre che il film che vuole girare sarà sul Presidente del Consiglio.
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