giovedì 30 marzo 2006

Recensione NESSUN MESSAGGIO IN SEGRETERIA

Recensione nessun messaggio in segreteria




Regia di Luca Miniero, Paolo Genovese con Pier Francesco Favino, Carlo Delle Piane, Lorenza Indovina, Anna Falchi, Valerio Mastandrea

Recensione a cura di peucezia

In questi ultimi anni la nostra cinematografia sta attraversando una profonda crisi di idee e di contenuti sfornando di continuo commedie giovanilistiche, o di basso profilo, o storie astruse e minimaliste. Gli spiragli di luce si intravedono di tanto in tanto e fa piacere salutare benevolmente chi prova a fare qualcosa di diverso.
"Nessun messaggio in segreteria", uscito nel 2005 e prodotto dalla signora Ricucci alias Falchi che, tra l'altro, si ritaglia un ruolo su misura per lei (ergo di basso profilo) sembra essere la classica eccezione del film commedia (realizzato tra l'altro con scarso dispendio economico) con qualche variante alla tipologia abituale.

I registi Luca Miniero e Paolo Genovese non sono nuovi ad avventure del genere poiché pochi anni or sono ci hanno deliziato con "Incantesimo napoletano" un autentico caso cinematografico.
Entrando nel vivo della pellicola, occorre dire anzitutto che parte da un'indagine sociologica ed economica che si conclude con un'affermazione abbastanza plateale: per ogni pensionato c'è un giovane che lavora per lui.
Questa frase diventa l'ossessione del ancora giovanile settantenne Walter (un sempre professionale Carlo Delle Piane) che da quel momento cerca di attivarsi maggiormente ad aiutare chi lo sta aiutando a vivere. Accanto a lui, protagonista principale ma non assoluto, alcuni attori più o meno giovani , più o meno promettenti sicuramente destinati a essere sempre più presenti sui nostri schermi.
Così, come Delle Piane si è sempre portato nel DNA il ruolo di brutto solitario e malinconico, (poi leggermente sovvertito da alcune interpretazioni della tarda maturità) ecco come Pierfrancesco Favino, (Piero) ultimamente abbastanza onnipresente, con la sua faccia da cane bastonato in cerca di affetto e comprensione, sembra essere l'incarnazione del trentenne patologicamente timido e quindi sfigato, mentre Valerio Mastrandrea, mascellone volitivo e sguardo furbo, nel film alter ego di Piero, incarna il ruolo del piacione un po'sbruffone.

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