giovedì 7 settembre 2006

Recensione LAWRENCE D'ARABIA

Recensione lawrence d'arabia




Regia di David Lean con Peter O'Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, Jack Hawkins, Omar Sharif, José Ferrer, Anthony Quayle

Recensione a cura di Giordano Biagio

Il film uscito nel 1962 è tratto dal libro "I sette pilastri della saggezza" il cui autore è lo stesso Thomas Edward Lawrence, personaggio principale della pellicola, interpretato da un grande Peter O' Toole, allora agli esordi.
L'opera del regista Lean narra in modo spettacolare alcune vicende principali della campagna araba dell'esercito inglese. Il regista trae, dalla bellezza del libro autobiografico un'ispirazione sia poetica che politica, sempre originale, andando oltre ogni riconoscibile interpretazione storica già pubblicata.
Il protagonista, Lawrence, è un agente del servizio segreto inglese.

Il film inizia con un lungo flash back che riprende le sequenze che precedono e conducono alla morte di Lawrence, disgrazia avvenuta in un incidente stradale nei pressi della sua dimora in Inghilterra. La morte, almeno in parte, sembra attribuibile a una velata volontà suicida di Lawrence. Infatti dal film sembrerebbe che a provocare l'incidente abbia contribuito una grave imprudenza dell'agente inglese.
La scena mostra Lawrence alla guida della sua motocicletta intento a raggiungere progressivamente una velocità elevata. Il mezzo sfreccia tra pericolose colonne di alberi e lungo una strada di scarsa scorrevolezza perché troppo ombrosa e mal tenuta. La velocità dà chiaramente allo spettatore la sensazione di un pericolo imminente: una forma di premonizione. Chi guarda il film percepisce che può accadere qualcosa di serio, immagina che un eventuale improvviso ostacolo non sarebbe stato evitato dalla motocicletta. L'incidente mortale avviene quando la moto all'improvviso viene a trovarsi di fronte a un uomo in bicicletta; per evitarlo Lawrence è costretto a sterzare bruscamente finendo fuori strada.

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