Recensione pane, amore e...
Recensione a cura di peucezia
Il film, uscito nel 1955, è il terzo capitolo delle avventure del maresciallo dei carabinieri, "Carotenuto cavalier Antonio" interpretato da un gigionesco e strepitoso Vittorio De Sica.
Il personaggio chiave della "saga" è quindi sempre lo stesso ma cambiano ambientazione e regista. Si passa infatti dal paese depresso e immaginario di Sagliena situato negli Abruzzi del pieno dopoguerra a una Sorrento già da cartolina turistica; mentre la regia passa da Luigi Comencini a Dino Risi, uno dei padri della commedia all'italiana.
Tina Pica, già assurta alla fama proprio in "Pane, Amore e Fantasia", primo film del ciclo dedicato al maresciallo Carotenuto, cresce in importanza in questa ultima pellicola rivelandosi efficace "spalla" comica per De Sica, e attirandosi simpatie per il tono di voce stentoreo e mascolino e per il modo di fare da burbera di buona pasta.
La protagonista femminile è stavolta Sophia Loren giovanissima (ventuno anni all'epoca del film) ma già attrice consumata: mimica e recitazione ne fanno una perfetta interprete per pellicole di taglio leggero, ma la gestualità lascia intravedere una buona impostazione per storie drammatiche che la consacreranno diva internazionale dopo pochi anni.
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