martedì 25 settembre 2007

Recensione IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

Recensione il silenzio degli innocenti




Regia di Jonathan Demme con Jodie Foster, Anthony Hopkins, Scott Glenn, Kasi Lemmons, Anthony Heald

Recensione a cura di Michele Suozzo (voto: 10,0)

Sedici.
Sono i minuti in cui Anthony Hopkins recita ne "Il Silenzio degli Innocenti". Appena sedici minuti per dar vita ad un'icona del cinema: il Dr. Hannibal Lecter. Eminente psichiatra, luminare, esteta, divoratore di corpi.
Attingendo dal fortunato romanzo di Thomas Harris, Jonathan Demme tratteggia negli occhi di Hopkins una delle figure più agghiaccianti e nello stesso tempo affascinanti della storia del cinema. In realtà, il personaggio di Lecter era già apparso in un precedente film, "Manhunter", anch'esso tratto da un romanzo di Harris ("Red Dragon"). Seppure quest'ultimo fosse una pellicola di discreta fattura, il suo impatto sull'immaginario collettivo non è però minimamente paragonabile a quello de "Il Silenzio degli Innocenti" (basti pensare che quest'ultimo è uno dei pochi film, insieme a "Qualcuno volò sul nido del cuculo" e "Accadde una notte", ad aver vinto i cinque premi oscar più ambiti: miglior film, regia, sceneggiatura non originale, attore e attrice protagonisti); e non solo perchè Brian Cox nei panni di Lecter (che in "Manhunter" è chiamato Lektor) per quanto bravo non regge il confronto con Hopkins, ma anche per la mancanza di quelle atmosfere agghiaccianti, di quella psicologia morbosa che rende "Il Silenzio degli Innocenti" uno dei thriller più avvincenti e inquietanti di sempre.

Seppure Jonathan Demme si fosse già affacciato al thriller (con "Qualcosa di travolgente", 1987), sarà "Il Silenzio degli Innocenti" a renderlo uno dei registi più affermati del momento (tanto che nel 1993 dirigerà un'altra pellicola destinata a rimanere nella storia: "Philadelphia", che ha portato all'Oscar Tom Hanks quale miglior attore protagonista e Bruce Sprengsteen per la migliore canzone).
La figura del perverso Buffalo Bill trae ispirazione dalle macabre vicende di tre dei più feroci serial killer mai esistiti, e sia Jodie Foster che lo stesso Hopkins hanno costruito i loro personaggi grazie al supporto di criminologi ed esperti del settore (basti pensare che Lecter, rifacendosi assassino seriale realmente esistito, non chiude mai le palpebre).

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