Recensione il silenzio prima di bach
Recensione a cura di Harpo
Realizzare un film su Johann Sebastian Bach non è una cosa per niente semplice, nonostante la vita e la musica del compositore tedesco trabocchino di eventi straordinari e di composizioni di inarrivabile bellezza.
Riuscire a girare una pellicola che riesca a far comprendere la musica del più grande genio musicale barocco è un'impresa di una difficoltà tale che qualsiasi regista ci penserebbe due volte a ciò che vuole fare, prima di lanciarsi in un'iniziativa simile.
Prima di "Die stille vor Bach", soltanto il duo Straub-Huillet si buttò su un simile progetto dirigendo, nel 1967, "Cronaca di Anna Magdalena Bach". Nonostante questo film goda ancora di un'ottima fama tra critici e affini, noi ci sentiamo di dire che i quarant'anni che ha sulle spalle la pellicola in questione si sentano davvero tutti.
L'immagine che il film di Straub e Huillet ci disegna è ormai superata e uno degli unici punti ancora a favore di questa produzione rimangono le registrazioni del grande interprete bachiano Gustav Leonhardt.
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