mercoledì 12 settembre 2007

Recensione LUSSURIA - SEDUZIONE E TRADIMENTO

Recensione lussuria - seduzione e tradimento




Regia di Ang Lee con Tony Leung Chiu Wai, Joan Chen, Wei Tang, Anupam Kher, Lee-Hom Wang, Chih-ying Chu, Johnson Yuen

Recensione a cura di kowalsky (voto: 7,5)

Shangai, 1942: durante l'Occupazione Giapponese, una giovane universitaria, Wang Chiah-Chih, lavora in una Compagnia Teatrale con alcuni studenti alleati nella Resistenza, allo scopo di convincere gli spettatori, o meglio la cittadinanza, della necessità di stanare i collaborazionisti, ritrovando l'orgoglio ed il coraggio perduti.
Durante uno spettacolo di un certo rigore ideologico, la folla in toto esulta e grida "La Cina non cadrà", preannunciando quanto le intenzioni di catturare il popolo siano state giustificate e accolte positivamente.
La ragazza cambia identità con il preciso scopo di conoscere e imbrogliare il temuto Mr.Yee, un cinese collaborazionista dei Servizi Segreti.
Entra perciò, con un altro nome, in contatto con un gruppo di signore borghesi (dove gioca spesso a "Mahjongg") fra cui la moglie di Mr. Yee (il carismatico Tony Leung Chiu Wai) informando i "compagni" di ogni sua mossa. Il gioco diventa pericoloso nel momento in cui l'uomo, che non le è mai stato indifferente, finisce per innamorarsi di lei, arrivando anche a pagare un anello in una gioielleria dove la donna doveva "misteriosamente consegnare una lettera a suo nome".

Nonostante il (contestatissimo) Leone d'Oro a Venezia, il cinema orientale non sta vivendo un momento del tutto positivo: è in questa fase di transizione che continuiamo a leggere critiche sulla vena perduta di Wong Kar-Wai (di cui Leung è, come molti sanno, attore- feticcio) e Kim-Ki-Duk.
Al Festival di Venezia si sono viste opere dispersive e pretenziose (come il nuovo film di Jiang Wen) ma soprattutto prive di personalità. Anche un eccellente prodotto come "Tiantang kou" ("Blood Brothers") di Alexi Tan, sceneggiato da John Woo, alla fine è soprattutto un omaggio al cinema occidentale di Leone o Scorsese.
La sensazione è stata di aver assistito di recente (a parte il formidabile approccio documentaristico di Zhang-kè) a una transizione in cui il cinema cinese, giapponese e coreano rischiano di spersonalizzare la propria cultura.
Probabilmente è lo stesso problema che ha diviso gli addetti ai lavori davanti all'ultimo film di Ang Lee, tratto dal romanzo della scrittrice Eileen Chang (in Italia meglio conosciuta come Zhang Ailing) e sceneggiato da quel James Schames già produttore e autore del soggetto de "I segreti di Brokeback Mountain".

[...]

Leggi la recensione completa del film LUSSURIA - SEDUZIONE E TRADIMENTO su filmscoop.it

Nessun commento: