Recensione shine
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Recensione a cura di Harpo (voto: 7,5)
Un musicologo italiano disse riguardo al concerto per piano e orchestra n. 3 di Sergei Rachmaninov: "[?] Anche qui non è difficile trovare dei gesti piuttosto pletorici, ma nel suo insieme si tratta di un'opera spontanea e sincera, ricca di bei temi e di episodi avvincenti. [?]". E, a ben pensarci, queste parole risultano assolutamente perfette anche per il film "Shine" di Scott Hicks.
La storia è quella di David Helfgott, pianista australiano (ma di origini ebraico-polacche), che ancora oggi continua la sua carriera artistica.
Piegato da un burbero padre-padrone che se ne serve a suo piacimento, il giovane e dotato David fuggirà da lui, andando in Inghilterra per diventare un grande pianista. All'apice della sua carriera subirà un crollo psico-fisico proprio dopo l'esecuzione del mastodontico concerto n. 3 di Rachmaninov. Al suo ritorno in Australia nulla sarà più come prima.
Il film, nel suo insieme, è impostato come la più larga maggioranza dei concerti per piano e orchestra. La pellicola è infatti suddivisibile in tre movimenti: crescita pianistica di David, la fuga a Londra (nonché la sua "caduta") e, infine, la rinascita (pianistica).
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