Recensione nella valle di elah
Recensione a cura di kowalsky (voto: 8,0)
Fin dalla citazione Biblica del titolo originale, che racconta la vicenda del giovane David mandato dal padre nella Valle di Elah a combattere il gigante Golia, c'è - nel nuovo film di Haggis - un rapporto intenso e forse indispensabile con la Metafora in quanto mezzo (o unico, disperato sostentamento) per raccontare la nostra Contemporaneità.
Un complessivo sguardo sulla Guerra in Iraq, antitetico a quello di De Palma, che gioca perciò di "sottrazione" e che, paradossalmente e insolitamente, è molto più vicino al sentimento spirituale e sofferto della popolazione americana rispetto all'iconoclasta "Redacted", rivolto forse più a un pubblico europeo.
La storia racconta di Hank Deerfield, ex-veterano del Vietnam, maniaco dell'ordine e della disciplina militare, fiero patriota, che cerca il figlio Mike, tornato dall'Iraq da una settimana e misteriosamente scomparso nel nulla.
L'uomo assolda una dectetive, l'ispettrice Emily Sanders (Charlize Theron), per indagare, ma inizialmente il rapporto tra i due è minato dall'antimilitarismo della donna, condizionato forse dal suo inerme conflitto con quell'universo maschile che, anche nel suo ambiente di lavoro (è spesso costretta ad occuparsi di casi di poco conto, e per questo viene spesso sbeffeggiata dai colleghi) è predominante. Dopo diversi giorni, il corpo del giovane marine viene trovato morto, barbaramente tagliato a pezzi, e tutto questo semina nel padre e nel suo universo di "valori" una profondissima revisione di tutto ciò che aveva valorosamente creduto.
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