Recensione katyn
Recensione a cura di Francesca Caruso
Il regista e sceneggiatore Andrzej Wajda è uno dei principali esponenti del cinema polacco, insignito nel 2000 dell'Oscar alla Carriera per "cinque decadi di straordinarie regie". Il film è dedicato alla memoria del padre, capitano polacco vittima della strage di Katyn, e della madre ingannata. Il 17 settembre 1939 la Germania invade la Polonia; migliaia di cittadini polacchi fuggono dalla frontiera occidentale per rifugiarsi nelle regioni orientali, ma scoprono che anche i russi sono entrati nel paese e si ritrovano stretti in una morsa. Tutti i militari della zona sono fatti prigionieri, e tra questi Andrzej, capitano dell'8° reggimento dell'esercito, e Jerzy, un suo subalterno. Anna, la moglie del capitano, lo raggiunge nella zona dove sono stati raccolti prima di essere trasportati altrove, scongiurandolo di tornare a casa con lei e la loro bambina e togliersi la divisa, ma Andrzej ha giurato fedeltà a quella divisa e non può seguire la sua famiglia.
Il capitano decide di annotare su un taccuino tutto quello che accade intorno a lui giorno per giorno. Dopo alcuni mesi, Anna e la figlia, con l'aiuto di un ufficiale dell'Armata Rossa, riesce a tornare a Cracovia e si rifugia dalla madre di suo marito, anche il suocero Jan, professore universitario, con gli altri colleghi, è stato deportato. Le due donne aspettano i loro mariti, con fiducia e ostinazione. Un giorno il taccuino di Andrzej, recapitatole a casa grazie all'intervento di Jerzy, metterà pace nel cuore in attesa di Anna.
"Katyn" è la storia dei 15.000 soldati polacchi, dei quali circa 8.400 ufficiali, trucidati e seppelliti in fosse comuni nella foresta di Katyn dalla NKVD (la polizia politica di Stalin). Stalin in persona firmò il 5 marzo 1940 l'autorizzazione a uccidere i prigionieri di guerra polacchi, una strage perpetrata per annientare la futura classe dirigente.
Dopo la scoperta delle fosse comuni nel 1943 da parte dei Tedeschi, i sovietici negarono il loro coinvolgimento, accusando gli stessi Tedeschi. Per molto, troppo tempo i sovietici rinnegarono e cercarono di occultare le loro responsabilità.
Il 13 aprile 1990 Gorbaciov, durante l'incontro con il presidente polacco Jaruzelski, ammise la colpevolezza sovietica.
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