Recensione rabid - sete di sangue
Recensione a cura di A. Cavisi
Una giovane coppia subisce un tremendo incidente in motocicletta. Lui si fa qualche graffio, lei, Rosie, rimane gravemente ferita. I due vengono portati nella vicina clinica del Dr. Keloid, chirurgo plastico che da anni sogna di poter effettuare un trapianto di pelle. Costui approfitta dell'occasione che gli è capitata ed effettua la rischiosa operazione sulla ragazza. Quando si risveglierà dopo un mese, Rosie si ritroverà a dover affrontare una terribile mutazione del suo corpo che la condurrà a comportamenti terribili.
Dal complesso residenziale "L'arca di Noè" de "Il demone sotto la pelle" alla clinica privata di chirurgia estetica di "Rabid". Dalla fame di sesso alla sete di sangue. Da un protagonista maschile ad una protagonista femminile (un'attrice porno imposta dalla produzione, anche se Cronenberg avrebbe fortemente voluto per questo film Sissy Spacek). Quale migliore posto di una clinica di questo genere, dove tutti si recano per "modificare" il proprio corpo, per ambientare questa nuova storia di mutazione della carne e della psiche, con conseguenti disastri più o meno insormontabili? I riferimenti si sprecano, da Freud (che viene letto da una giovane paziente della clinica che vi si reca perché suo padre vuole che abbia il naso diverso dal suo) a de Palma (la giovane protagonista dopo essere stata in un cinema porno a succhiare il sangue ad un uomo, passa davanti ad un altro cinema dov'è affissa la locandina di "Carrie", guarda caso interpretato da Sissy Spacek), a Romero (già citato nel finale del film precedente, qui richiamato proprio perché ancora più fortemente le vicende di questo film richiamano alla mente quelle degli zombie romeriani, oltre che dei vampiri).
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