Recensione il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante
Recensione a cura di atticus (voto: 9,0)
Grande opera avversa, fatta di lusso, di sporco, di fiamme e di carne; un film violento e liberatorio, umiliante e catartico, infimo e madornale, quello in cui l'espressività stilistica di Peter Greenaway, già autore avvezzo allo scandalo (basti citare quell'algida bizzarria che è "Lo zoo di Venere"), raggiunge il suo grado massimo di compiutezza.
In un fastoso ristorante contemporaneo si dipanano i destini dei quattro protagonisti del titolo: Richard, un cuoco francese fine e discreto (Richard Boringher), Albert Spika, un ladro dai modi sgarbati e ripugnanti (Michael Gambon), la trascurata moglie Georgina (Helen Mirren) e il raffinato amante di lei, l'intellettuale Michael (Alan Howard), cliente fisso del ristorante che alle persone preferisce la compagnia di un buon libro.
In nove giorni e nove cene, introdotte sullo schermo dai ricchissimi e ipercalorici menu delle prelibatezze messe a punto per la serata, nasce e si conclude atrocemente la passione tra Georgina e Michael, tra sguardi eloquenti e rapporti amorosi consumati segretamente nei bagni nivei e nelle opulente dispense della cucina.
Riconosciutosi becco sotto gli occhi di tutti, Albert perseguiterà moglie e amante fino a scovarli nell'immensa biblioteca-rifugio in cui ucciderà Michael ingozzandolo di pagine di libri. Non immagina la vendetta della donna, per anni vittima delle perversioni sessuali e dei sadismi erotico-culinari del marito, che si appresta così ad imbandire un macabro banchetto il cui unico commensale sarà il furioso Albert.
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