martedì 6 dicembre 2011

Recensione TERRORE NELLO SPAZIO

Recensione terrore nello spazio




Regia di Mario Bava con Barry Sullivan, Norma Bengell, Ángel Aranda, Evi Marandi, Stelio Candelli, Franco Andrei

Recensione a cura di Giordano Biagio

In una galassia sconosciuta due astronavi, Argos e Galliot, compiono alcuni giri di ricognizione intorno al pianeta Aura per individuare la zona di atterraggio più conveniente. La luce nel sistema solare del pianeta sta spegnendosi, condannando Aura al buio eterno.
Le due navi spaziali sono guidate sul pianeta morente da un segnale radio costante, che fa supporre l'esistenza di un mondo intelligente. Il comandante della missione è Mark Markary (Barry Sullivan), il suo equipaggio è composto da diciotto membri, di cui sedici dalle fisionomie simili a quelle dei terrestri di sesso maschile, e le altre due quasi identiche agli esseri umani di sesso femminile; le due astronavi provengono da un mondo ignoto, tecnologicamente molto più evoluto della Terra.
Alla sesta orbita intorno al pianeta, inaspettatamente Argos viene risucchiata verso il centro di Aura, spinta da una forza di gravità incontrollabile, non prevista dai calcoli effettuati. Un po' prima dell'impatto la forza di caduta cessa consentendo alla nave un morbido atterraggio; quasi simultaneamente i componenti dell'equipaggio vengono colpiti da una strana forma di follia, passeggera ma dagli effetti drammatici, che sembra la premonizione di qualcosa di più grave.
Il comandante Mark, l'unico dell'equipaggio che appare mentalmente integro, viene aggredito inspiegabilmente dal suo stesso personale di bordo. Nella violenta colluttazione Mark ottiene la meglio ripristinando l'ordine.
Anche nell'altra astronave, Galliot, atterrata su Aura allo stesso modo della Argos, accadono fatti misteriosi: una forza ignota agisce sulla psiche degli astronauti tanto da costringere qualcuno ad uccidere.

Successivamente gli abitanti del pianeta Aura, che non sono visibili agli spettatori - perché percepibili solo a certe condizioni, vale a dire in una situazione spaziale particolare tra gli estremi di uno spettro luminoso insolito composto da frequenze che gli occhi dei componenti dei due equipaggi non riescono a percepire - entrano nei corpi degli astronauti morti rianimandoli.
I cosidetti aurani cercano di impossessarsi delle due astronavi e raggiungere il pianeta da cui proviene l'equipaggio, cosa che consentirebbe loro la salvezza, cioè il godimento di un sole duraturo in grado di fornire una luce stabile e intensa.

[...]

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