Recensione la cavalcata dei resuscitati ciechi
Recensione a cura di Giordano Biagio
"La cavalcata dei resuscitati ciechi" (1972) è un'opera horror d'autore, firmata dallo spagnolo Amando De Ossorio, molto dotato nella creazione di suggestioni terrorizzanti. La pellicola fa parte di una serie di tre film di successo sugli zombie-templari di cui gli altri due sono: "Le tombe dei resuscitati ciechi" (1972), "La nave maledetta" (1973).
Questa pellicola è stata girata in Portogallo, a Bouzano, le vicende sui templari che caratterizzano gran parte della pellicola, avrebbero forse richiesto, per migliorare la verosimiglianza d'insieme della narrazione, un'ambientazione in Spagna, ma secondo alcuni critici produrre e diffondere un film del genere durante il franchismo, allora molto attento agli incantesimi negativi dei media cioè a tutto ciò che i film evocavano in termini di superstizioni, avrebbe sicuramente creato al regista Amando De Ossorio seri problemi con la censura.
La prima parte del film si svolge nel '500 e mostra, in un tempio buio e spettrale, i preparativi per il rogo dei templari, condannati a morte dal popolo per aver sacrificato al demonio, in cambio della vita eterna, diverse vite umane del villaggio. I templari, in punto di morte, urlano ai carnefici la propria immortalità e promettono che ritorneranno per vendicarsi. Gli abitanti, impauriti, li accecano con una torcia affinché non ritrovino più la strada del villaggio.
La scelta dell'epoca storica in cui si svolgono i fatti, il '500, lascia un po' incuriositi, perché il famoso ordine dei cavalieri monastici si estingue nel 1314 con la messa al rogo, in Francia, del suo ultimo maestro, Jacques de Molay, arso davanti alla cattedrale di Notre Dame. Conoscendo l'affidabilità e serietà narrativa del regista Amando De Ossorio tutto lascia pensare che egli fosse probabilmente a conoscenza di nuove leggende del posto o di una documentazione storica per il momento poco nota.
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