Recensione l'industriale
Recensione a cura di JackR
Nicola, proprietario di una fabbrica che produce pannelli solari, è con l'acqua alla gola: le banche gli rifiutano ulteriori finanziamenti e se non trova investitori in fretta, dovrà dichiarare bancarotta.
Mentre cerca una soluzione che sembra impossibile, scopre che anche l'ultima cosa che gli resta, l'amore della moglie Laura (Carolina Crescentini) gli sta sfuggendo: il sospetto che Laura abbia una relazione extraconiugale spinge Nicola a seguirla di nascosto...
"L'Industriale" di Giuliano Montaldo conferma, se ce ne fosse bisogno, due cose: che Pierfrancesco Favino è l'attore piú dotato della sua generazione e che il cinema italiano non è oggi all'altezza dei suoi migliori interpreti. Nei primi minuti, l'attacco al sistema bancario e al governo promette ben altro coraggio e spessore, lasciando sperare in un film che documenti la drammatica situazione del paese raccontandola attraverso la vicenda di una sola persona e che abbia il coraggio di accusare apertamente i responsabili della crisi e della mancanza di soluzioni.
Ci sono due storie sovrapposte: quella del tentativo di Nicola di salvare la fabbrica e quella del tentativo di Nicola di salvare il proprio matrimonio. L'equilibrio tra le due non funziona a dovere e quando nella seconda parte la sottotrama del presunto tradimento di Laura prende il sopravvento, il film si spegne in una specie di noir.
La Torino svuotata, bloccata dai cortei e desaturata fino ai limiti del bianco e nero è l'unico graffio di un film che al momento decisivo sceglie il melodramma e tralascia il tema economico e sociale, che viene risolto in una boutade.
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