lunedì 5 marzo 2012

Recensione CESARE DEVE MORIRE

Recensione cesare deve morire




Regia di Vittorio Taviani, Paolo Taviani con -

Recensione a cura di marcoscafu (voto: 8,0)

Carcere di Rebibbia. Sezione Alta Sicurezza. Un cast di soli detenuti chiude tra gli applausi di parenti, guardie e ragazzi, la messa in scena del "Giulio Cesare" di William Shakespeare. Buio. Si rialzano le luci che ci mostrano i secondini intenti a riportarli in cella, serrando sia la prima che la seconda porta dietro le loro spalle.

Ancora buio, ma un buio molto più amaro stavolta. Sei mesi prima c'era stato gran fermento nella selezione di Cassio, Bruto, Cesare, Marcantonio e di tutti gli altri personaggi da parte del regista Fabio Cavalli, che da anni collabora a progetti come questo, per una sorta di riabilitazione creativa dei detenuti.
Scelti i ruoli, grande è la dedizione, da subito, per la rappresentazione dell'opera del drammaturgo inglese. Spacciatori, delinquenti, ladri, mafiosi, assassini. Da Roma, da Napoli, da Catania, da Bari. Chi l'ergastolo, chi 10 mesi, chi 10 anni. L'arte non fa differenze, non ci sono figli e figliastri, tutti sentono da subito proprie quelle battute scritte quasi mezzo secolo fa.
Le giornate sono scandite dai provini, dai dubbi, dalle emozioni forti, che da sempre provocano le opere di Shakespeare. Non mancano le incomprensioni che rischiano di far calare il sipario prima ancora di averlo alzato, ma fortunatamente i comuni intenti sono forti e la resa in scena di questi uomini, con un debito da pagare alla società, è magistrale.

[...]

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