venerdì 23 marzo 2012

Recensione HUGO CABRET

Recensione hugo cabret




Regia di Martin Scorsese con Chloe Moretz, Asa Butterfield, Sacha Baron Cohen, Ben Kingsley, Jude Law, Ray Winstone, Christopher Lee

Recensione a cura di pompiere (voto: 6,0)

"Hugo Calibré" (Cabret, nel titolo serio) è l'ultima fatica cinematografica di Martin Scorsese; un autore che non è sceso quasi mai a compromessi con la sua arte, mettendo tutto se stesso all'interno di opere spesso scomode, radicali, intime, romantiche, violente e/o fortemente politiche e sociologiche. Stavolta lo spunto è il racconto illustrato di Brian Selznick (il cognome non vi giunga nuovo, dato che si tratta del nipote del ben più noto produttore e sceneggiatore David) e la storia è quella di un orfano dodicenne (Hugo Cabret, appunto) che vive nella stazione di Montparnasse nella Parigi degli anni '30, ricostruita da Ferretti/Lo Schiavo prendendo in prestito gli esterni della Gare du Nord e l'orologio della Gare d'Orsay.

Perché, or dunque, sfregiare la pronuncia e il significato del bel titolo originale per trarre informali considerazioni? Perché per guadagnarsi una promozione a tutto campo nel desolato panorama odierno della cinematografia ci si aspetta sempre qualcosa di inedito e coraggioso, soprattutto dal regista italoamericano; il quale invece si è qui adagiato su una soluzione di comodo, prendendo in prestito le meraviglie suscitate dalla nascita della settima arte, mescolandole con le moderne e fantastiche soluzioni tecnologiche, per dar luogo a "fantastiglie" buone per tutti i palati.

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