Recensione mouth to mouth
Recensione a cura di HollywoodUndead (voto: 8,5)
Sembra quasi una frase di rito dire: "l'età dell'adolescenza è la più difficile", ma mai in questo caso sembra frase più azzeccata. In questo fantastico film di Alison Murray il tema principale è la difficoltà degli adolescenti a scegliere la propria strada.
Adolescenti insicuri, che vogliono divertirsi, che vogliono "devastarsi", ma che sanno bene che il futuro per loro non sarà roseo, continuando sulla strada dello sballo. Questo lo sa bene Sherry Green, ragazza punk che cerca disperatamente la sua strada per essere anche lei considerata "parte del mondo". Difficile per Sherry fare una scelta, con una madre che non la capisce e con tanta rabbia per questo suo rapporto conflittuale. Un giorno, per caso, Sherry conosce la SPARK (Street People Armed with Radical Knowledge), un gruppo di persone che decide di raccogliere i ragazzi dalla strada, levandoli dalla droga e dalla prostituzione. Ma ciò che sembrerà fantastico in un primo momento, ben presto si trasformerà in un vero e proprio regime.
Infatti il leader della SPARK, Harry, è un despota che pur di far rispettare le sue regole è capace di calpestare anche la dignità di chi, invece, avrebbe dovuto proteggere.
Le sequenze iniziali mettono in risalto la fotografia "sporca" e le atmosfere "underground", che aiutano lo spettatore a calarsi all'interno di una realtà che per alcuni è un vero credo di vita, per altri invece è una forma di autolesionismo giovanile che può portare al deperimento fisico e mentale.
Ciò che noi possiamo constatare già dall'inizio è che tutto l'ambiente e le situazioni "ruotano" intorno a Sherry, non la perdiamo di vista per un attimo. Questo aspetto è basilare per poter capire al meglio la storia e seguire con più attenzione tutti i passaggi più significativi del film. Da questo punto di vista Murray fa un lavoro con i fiocchi (per non dire di più): le scene riprese dal camper, il viaggio, il rave party, ci fanno rituffare in quelle situazioni che solo pellicole come "Trainspotting" di Danny Boyle ci avevano già fatto provare. La condizione estrema che vive Sherry ci ricorda parecchio quella di Mark Renton nella pellicola inglese.
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