Recensione spring breakers
Recensione a cura di Fiaba (voto: 7,5)
Gruppo di conigliette killers in un esterno/inferno. Alla soglia delle vacanze di primavera, regno di un surplus di sballo orgiastico in nome della trinità alcool-droga-sesso, quattro amiche si autofinanziano con una rapina a mano armata e vengono successivamente arruolate (come amanti e sicari) da uno sfatto spacciatore in dreadlocks.
Nel sesto lungometraggio di Harmony Korine ribolle in sovraimpressione la tragedia del consumismo dello sguardo e del nostro rapporto con la policromatica affabulazione della volgarità. Sbattiamo contro la superficie e ci striscia addosso la lordura della patina, la nostra assuefazione fisica e (comporta)mentale all'assenza di linee direzionali. Nel magma incandescente l'unico senso che prevale è quello dell'opportunità (anche se non sappiamo di cosa), dell'attimo vibrante e mozzafiato da trangugiare tutto d'un fiato. Sotto le luci al neon luride e usurate covano ignoranza e controcultura di massa, che generano mostri perché sono mostri esse stesse. Come le protagoniste, delle quali è spinta all'estremo parossistico la carica di sub-icone teen, fuochi di paglia del degradante deragliare, loro stesse alimenti e fruitrici del consumo onanistico. Selena Gomez, Vanessa Hudgens e Ashley Benson creano un cortocircuito che scontorna dalla pura fiction e pare uno squarcio sul loro e sul nostro futuro.
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