Recensione 101 reykjavik
Recensione a cura di Mimmot
Se siete maschi, italiani, avete trent'anni e pensate di essere gli unici a cui la mamma lava ancora i calzini, stira le camicie, rimbocca le lenzuola del letto appena rifatto e prepara succulenti sughi casalinghi, e se soprattutto pensate che questa caratteristica sia privilegio esclusivo dei maschi latini, vi sbagliate di grosso: probabilmente non avete conosciuto Hlinur, il ragazzone islandese protagonista di "101 Reykjavik", che se ne frega di tutto e di tutti e vive la sua condizione di single casalingo senza remore e senza alcun complesso di inferiorità.
Perchè anche in Islanda di mamma ce n'è una sola, e nel petto della signora Berglind batte il più caldo dei cuori di mamma, una mamma che coccola, vizia, giustifica, (rovina?) il proprio ragazzo.
Il centro storico di Reykjavik (CAP 101, da cui il titolo) è il mondo di Hlinur, il caldo tepore della casa materna il suo rifugio e il suo nido. Di assumersi responsabilità di adulto e farsi una vita autonoma ed esclusivamente sua non ne ha nessuna voglia e forse non ci pensa nemmeno.
E chi gielo fa fare, d'altra parte?
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