Recensione poveri ma belli
Recensione a cura di peucezia
Senza dubbio gli anni Cinquanta sono stati una autentica miniera d'oro per il cinema leggero italiano. Le pellicole che ancora oggi si ricordano e si rivedono volentieri sono tante, molte di queste sono diventate dopo poco tempo dei veri e propri "cult" tanto da lanciare, oltre che attori e registi com'è normale, anche mode, modi di dire diventando quindi autentici fenomeni di costume.
Una di queste pellicole è appunto "Poveri ma belli" diretta da Dino Risi, destinato a diventare uno dei numi tutelari della commedia all'italiana inanellando nel corso degli anni successi e premi.
Il film girato in notevole economia, si avvale di uno stuolo di caratteristi di prim'ordine: primi tra tutti Mario e Memmo Carotenuto, quest'ultimo particolarmente ricordato per il caratteristico timbro di voce e di un cast di giovani attori diventati poi dei divi in quegli anni: Renato Salvatori, Maurizio Arena, Marisa Allasio e le due giovanissime Lorella De Luca e Alessandra Panaro già vallette televisive di una popolare trasmissione dell'epoca "il Musichiere" condotto da Mario Riva.
La trama è alquanto esile ma pur nella sua semplicità si intuisce immediatamente che il film possiede un "quid" tale da non rimanere un semplice prodotto da intrattenimento "usa e getta".
Lo scenario di Roma, sicuro successo per film anche di produzione non nazionale, da' la stura ad una serie infinita di pellicole con ambientazione nella capitale che da "caput mundi" diventa così ciak cinematografico nazionale per eccellenza.
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