mercoledì 19 luglio 2006

Recensione UNITED 93

Recensione united 93




Regia di Paul Greengrass con Lewis Alsamari, Cheyenne Jackson, Trish Gates, Khalid Abdalla, Opal Alladin, David Alan Basche, Richard Bekins, Starla Benford

Recensione a cura di peucezia

Gli Stati Uniti vincenti, pronti ad autocelebrarsi, si leccano ancora le ferite da quel malefico undici settembre 2001 che ha cambiato il mondo. Film dolente, quasi instant movie anche se sono trascorsi quasi cinque anni da quel giorno tragico, primo film a rompere il silenzio su uno choc collettivo non ancora del tutto superato.

A rompere questo arcano silenzio non interviene un regista targato stelle e strisce ma un irlandese, Paul Greengrass, sua la firma di "Bloody Sunday" (2002) sui fatti che nel 1972 portarono allo scoppio della guerra civile in Irlanda del Nord. Regista di scuola europea, decisamente antihollywoodiano, discepolo di Oliver Stone e fautore di un verismo cinematografico che trova un terreno fertile anche nelle teorie del DOGMA.
Camera a mano, inesistenza di accompagnamento sonoro, a tratti "United 93" da' l'impressione di essere un documentario, anche perché il regista ha scelto come interpreti attori poco noti proprio per evitare coinvolgimenti con il divo del momento e per consentire allo spettatore di focalizzare totalmente i fatti. Gran parte del film è occupata dai preliminari al volo, le operazioni d'imbarco, le istruzioni di routine delle hostess ai passeggeri. I "teatri" di posa sono praticamente due: da una parte il regista sceglie di seguire l'aereo e dall'altra si assiste alla convulsione a terra dove già gli avvenimenti stanno venendo a galla.

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