venerdì 2 gennaio 2009

Recensione 12

Recensione 12




Regia di Nikita Mikhalkov con Nikita Mikhalkov, Sergei Makovetsky, Sergei Garmash, Aleksei Petrenko, Yuri Stoyanov

Recensione a cura di maremare (voto: 8,5)

Il film di Nikita Mikhalkov, meritato vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra Cinematografica di Venezia dello scorso anno, è la rielaborazione del testo scritto da Reginald Rose già utilizzato in Twelve Angry Men (La parola ai giurati), film diretto da SidneyLumet nel 1957.

Mikhalkov sposta la vicenda dall'America delle lotte razziali alla Russia attuale: questa è una "tipica storia russa" dice uno dei protagonisti, ma noi sappiamo che potrebbe essere anche una storia italiana, in tempi attuali di globalizzazione. E' la storia di un paese in cui le scuole hanno tubature a vista costruite quarant'anni prima; in cui i becchini usano squallidi trucchi per guadagnare qualche soldo in più; in cui le banche stritolano i deboli, mentre aiutano palazzinari senza scrupoli a ottenere con qualsiasi mezzo l'oggetto della speculazione; in cui le persone diventano schiave di oggetti di consumo quali cellulari, televisioni, automobili e perfino coltelli. Un paese in cui tutti sappiamo che funziona così (da sempre); un paese dove tutti oramai siamo più o meno corrotti dall'individualismo più sfrenato.
Ma dove istituzioni e giustizia falliscono, emerge la legge del cuore, che fa alzare una mano sola contro undici, quando ormai il destino di un ragazzo ceceno era già deciso: "è uno sporco selvaggio assassino, uno di quelli che ci fanno sentire stranieri nella nostra stessa terra" dirà il più problematico dei dodici giurati e sembrano parole in bocca ad un qualsiasi italiano stanco degli immigrati.

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