lunedì 12 gennaio 2009

Recensione PRANZO DI FERRAGOSTO

Recensione pranzo di ferragosto




Regia di Gianni Di Gregorio con Gianni Di Gregorio, Valeria de Franciscis, Alfonso Santagata, Marina Cacciotti, Maria Cali, Grazia Cesarini Sforza, Luigi Marchetti, Marcello Ottolenghi, Petre Rosu

Recensione a cura di peucezia

Ferragosto, giorno da sempre consacrato al nulla o meglio al "vorrei essere altrove", viene sdoganato nel cinema italiano nei primi anni Sessanta, gli anni del boom economico: gli italiani erano più ricchi, più desiderosi di divertirsi ed ecco che anche registi e sceneggiatori si accorgono di questa nuova tendenza. "Il sorpasso" di Risi simboleggia il vuoto ferragostano, anzi è il Ferragosto, ma in quegli stessi anni vennero prodotti dozzine di filmetti estivi ammiccanti al sacro giorno; uno su tutti "Ferragosto in bikini", stanca passerella di caratteristi noti e poco noti che tentano di divertirsi nel giorno dell'Assunzione.

"Pranzo di Ferragosto" ripropone al cinema questa giornata per parlare delle categorie che dal Ferragosto meno si aspettano: gli anziani, la gente che lavora, chi il lavoro non lo ha mai avuto.
Siamo a Roma, in una zona centrale difficilmente individuabile: la città è deserta ed accaldata, sembra che ci sia solo Gianni, il protagonista, uomo di mezz'età dedito al vino bianco, alla cucina e all'anzianissima e capricciosa madre, e l'amico barbone, uno strano personaggio che trascorre il suo tempo seduto accanto all'enoteca.
L'idea di festa scompare per far posto alla malinconica routine di chi non si aspetta molto dall'esistenza. Gianni si occupa di sua madre, non vede la cupa decadenza che avvolge la sua casa; sembra tutto sommato tranquillo, se non fosse per la cronica mancanza di denaro che lo spinge spesso a cedere ai compromessi. Frutto di un compromesso è l'arrivo di tre anziane signore destinate a scuotere la sua pigra esistenza ed a far uscire dal dorato isolamento l'aristocratica genitrice.

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