venerdì 30 gennaio 2009

Recensione I SOLITI SOSPETTI

Recensione i soliti sospetti




Regia di Bryan Singer con Kevin Spacey, Stephen Baldwin, Gabriel Byrne, Benicio Del Toro, Kevin Pollak, Chazz Palminteri

Recensione a cura di peter-ray (voto: 10,0)

La regia di Bryan Singer fa pensare al solito film giallo/poliziesco intrigato in cui bisogna scoprire chi è l'assassino. Il tutto comincia dalle indagini che si svolgono in un incendio avvenuto su una nave in cui 27 uomini hanno perso la vita. La polizia sospetta che ci sia di mezzo un affare di droga, e gli unici superstiti dell'incendio sembrano essere Verbal Kint, un truffatore zoppo di mezza tacca, ed un ungherese rimasto ustionato, ricoverato in un ospedale della contea di San Pedro, California (luogo dell'accaduto).
La polizia cerca da tempo di incastrare Dean Keaton, ex poliziotto e pericoloso criminale di Los Angeles, coinvolto anch'esso nel disastro. Un agente speciale della dogana degli Stati Uniti, David Kujan, cercherà di scoprire la verità interrogando l'unico superstite in grado di ricostruire i fatti.

La trama è complessa, in quanto lo schema narrativo non segue i classici standard che caratterizzano di norma i film di genere. La pellicola, anche se non rispetta l'ordine cronologico degli avvenimenti, parte dall'epilogo della storia. Verbal Kint ha ottenuto l'immunità dal Giudice, ha già pagato la cauzione e dovrà scontare solo sei mesi per possesso illegale di armi; perché allora ostinarsi ad interrogarlo?
L'unico scopo tangibile, in un primo momento, sembra essere quello di scoprire se Keaton sia realmente morto in quell'incendio. Come l'ispettore Zenigata ossessionato dalla cattura di Lupin, Kujan cercherà di scoprire la verità interrogando Verbal, ma dal momento in cui comincia il racconto si scopriranno man mano le vere carte del gioco.

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