Recensione il viaggio nella luna
Recensione a cura di Giordano Biagio
Con questo gradevole cortometraggio di fantascienza della sola durata di un quarto d'ora, oggi confezionato in DVD con tre versioni diverse di pochi minuti, Meliès sembra voler proseguire meticolosamente nell'ambizioso intento di trasferire sullo schermo la maggior parte delle sue singolari performance teatrali.
Il regista francese intravede con il cinema la possibilità di dare al suo repertorio magico, che esibisce da tempo con successo nel teatro parigino "Robert-Houdin", una capacità di suggestione nuova, una superiore impressionabilità, qualcosa di ancora molto sperimentale ma che ben sostenuto dalla tradizione teatrale sembra in grado di far sfociare lo spettacolo verso nuove e più intense emozioni.
Melies, in breve tempo, pur rimanendo nell'ambito dell'esibizione cosiddetta effimera consente agli spettatori cinematografici di provare importanti sensazioni come quelle del meraviglioso e dell'incantevole, fino a quel momento solo immaginate.
Il regista francese, perfezionando sullo schermo le tecniche dell'illusionismo e dei giochi di prestigio a lungo praticate con il geniale M. Legris, riuscirà ad andare ben oltre il suo tipico varietà, aprendo delle possibilità artistiche e di mercato del tutto nuove per la nascente industria cinematografica.
L'abbinamento della tecnica filmica alle pratiche ed ai testi teatrali sarà un motivo ricorrente nella nascente attività cinematografica di tutto il mondo, dagli Stati Uniti all'Europa per finire alla Gran Bretagna, l'unica variante era rappresentata dal genere documentario, cioè da quella fedele riproduzione fotografica della realtà fenomenica così cara ai fratelli Lumiere.
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