giovedì 15 gennaio 2009

Recensione VELLUTO BLU

Recensione velluto blu




Regia di David Lynch con Kyle MacLachlan, Dennis Hopper, Isabella Rossellini, Laura Dern, Dean Stockwell, Jack Nance

Recensione a cura di VincentVega1

A Lumberton, all'apparenza sorridente cittadina americana, vivono due famiglie i cui figli Jeffrey Beaumon (Kyle MacLachlan) e Sandy Williams (Laura Dern) frequentano lo stesso liceo. Ad ingarbugliare la vita calma e serena di questi ragazzi ci saranno due avvenimenti slegati fra loro: l'improvviso infarto del padre di Jeffrey ed il ritrovamento in un parco, da parte dello stesso Jeffrey, di un orecchio umano reciso. Questi porterà l'orecchio mozzato dal detective della polizia Williams, padre di Sandy, continuando a seguire le indagini ufficiali grazie alla mediazione della ragazza, avviando una vera e propria investigazione autonoma.
Grazie a questa serie di eventi e ad una soffiata da parte di Sandy, il giovane Beaumon potrà introdursi furtivamente nell'appartamento della sbandata cantante di club Dorothy Vallens (Isabella Rossellini). Purtroppo il piano non funzionerà alla perfezione e Jeffrey assisterà, nascosto nell'armadio della donna, alle sevizie ed alle violenze sulla sfortunata artista di uno gangster psicopatico del luogo, Frank Booth (Dennis Hopper). Finalmente libero, il nostro protagonista tornerà da Sandy e le rivelerà l'accaduto: l'orecchio che ha ritrovato appartiene al marito della cantante, sequestrato assieme al loro bambino dal folle Frank. Da qui in avanti Jeffrey finirà per perdere il controllo della situazione, iniziando una storia amorosa con la bella Dorothy, fra eccessi di droga, pestaggi e nottate di terrore.

"Velluto blu" è il grande progetto di David Lynch, un progetto ideato prima di quello che rimarrà l'unico fiasco del Maestro, "Dune", e portato a termine dopo quattro poco gratificanti tentativi di stesure del copione.
L'idea gli sorse dopo aver ultimato "The Elephant Man", a seguito di un incontro con un famoso produttore di quel periodo: "Ho sempre desiderato intrufolarmi nella stanza di una ragazza per guardarla di notte e forse, a un certo punto, vedere qualcosa che fosse un indizio in un caso d'omicidio". Lynch prese anche i ricordi della sua infanzia, quell'infanzia in cui passava tantissimo tempo nei boschi vicini alla sua città natia, e li tramutò da sfondo alla vicenda del film. Come da sua stessa ammissione, per Lynch la staccionata, le rose ed il legname (tutti elementi fondamentali nel film) sono l'America, e chissà che a qualcuno non siano venute in mente le bellissime immagini della sigla di "Twin Peaks", l'opera più esplorativa del regista americano.
Altra grandissima importanza ebbe la canzone "Blue Velvet" e l'interpretazione di Bobby Vinton, che a detta del regista porta con sé lo stato d'animo proprio di quell'epoca.
Ultimo, ma non per questo meno importante, fu l'orecchio: il padiglione auricolare è emblema della concentrazione e dell'assorbimento; il suono penetra nel corpo dell'ascoltatore, ferendolo o appagandolo. Da qui poi il ruolo della Rossellini, la cui voce sarà di cruciale importanza per Jeffrey e soprattutto per Booth.

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