martedì 20 gennaio 2009

Recensione SETTE ANIME

Recensione sette anime




Regia di Gabriele Muccino con Will Smith, Woody Harrelson, Rosario Dawson, Bill Smitrovich, Barry Pepper, Michael Ealy, Nadia Shazana

Recensione a cura di ferro84 (voto: 4,5)

A due anni di distanza dal grande successo de "La ricerca della felicità", Gabriele Muccino torna in sala con un film decisamente più personale, grazie anche alla maggiore credibilità acquisita presso le major hollywoodiane, continuando il sodalizio con Will Smith.
Quello che emerge è che Gabriele Muccino non è stato scelto dal più famoso attore di Hollywood per semplice "grazia divina" (o quantomeno non solo), ma in quanto promotore di un certo cinema che è alla base del successo dello stesso Smith: entrambi dimostrano di avere una capacità innata nel capire cosa il pubblico voglia vedere in sala ed entrambi sanno manipolare le storie, i personaggi e le situazioni, in modo da emozionare e coinvolgere lo spettatore e pazienza se poi a farne le spese sono la credibilità o la mera plausibilità di ciò che si racconta.
Fin qui tanto di cappello, il cinema è anche mero intrattenimento ed è per questo che "La ricerca della felicità", sebbene sia un film ruffiano e superficiale, è da considerarsi nel complesso un'opera più che dignitosa.
In "Sette anime", però, è evidente che l'intenzione non è quella di creare un semplice film sentimentale, ma di mettere in scena una storia completa capace di far riflettere; come spesso accade, alle intenzioni non seguono i fatti, un po' per una sceneggiatura che fatica a stare in piedi ma anche, spiace dirlo, per colpa di una regia che non riesce a gestire la complessità della trama con uno stile che è la summa dei difetti del cinema italiano.

Partendo dal personaggio di Ben Thomas, Muccino ci parla di un esattore delle tasse degli Stati Uniti vittima del senso di colpa e deciso a redimersi aiutando sette persone in difficoltà. Le motivazioni che spingono Ben Thomas ci sono sconosciute, e su questo mistero Gabriele Muccino costruisce l'intero film, disorientamento inizialmente lo spettatore e cercando un colpo di scena finale che dovrebbe spiazzare e commuovere.
Il termine "dovrebbe" è d'obbligo perché è la struttura del mystery che non tiene; già nel trailer del film, in alcuni flashback iniziali e nel titolo originale "seven pound" ovvero "sette libbre", si può facilmente intuire quali siano i motivi che spingono il protagonista ad agire. Inoltre la lentezza esasperante iniziale, condita da una serie di avvenimenti apparentemente slegati fra loro, rende la visione abbastanza noiosa soprattutto nella prima parte.

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