venerdì 9 gennaio 2009

Recensione UN MATRIMONIO ALL'INGLESE

Recensione un matrimonio all'inglese




Regia di Stephan Elliott con Jessica Biel, Ben Barnes, Kristin Scott Thomas, Colin Firth, Kimberley Nixon, Katherine Parkinson, Kris Marshall, Christian Brassington, Charlotte Riley, Jim McManus, Pip Torrens

Recensione a cura di JackR

"Un matrimonio all'Inglese" ("Easy Virtue"), liberamente adattato da una commedia di Noel Coward del 1925 e già portato sullo schermo da Hitchcock ai tempi del muto (!), si rivela tutt'altro che la classica trasposizione. La pellicola incuriosisce già dagli originali titoli di testa, per poi regalare un'ora e mezza di battute fulminanti e situazioni esilaranti, seppur spesso un po' telefonate. Colpisce la ricercatezza con cui ogni inquadratura sembra studiata, cosa peraltro inusuale sia per una commedia che per un film in costume. Non c'è nulla di banale, dalle scelte musicali (geniale anche l'uso di brani moderni "antichizzati" ad hoc come "Sex Bomb" nella scena della caccia alla volpe) agli effetti per i cambi di scena, fino ai paesaggi rurali inglesi che fanno da sfondo alla storia.

La trama: John, un giovane aristocratico inglese, sposa mentre si trova all'estero Larita, un'esuberante americana pilota di macchine da corsa, più vecchia e decisamente più navigata di lui; decide quindi di portarla nella tenuta di famiglia, nella campagna inglese.
Il matrimonio lampo dell'unico figlio maschio, per giunta con un'americana divorziata e di dubbia morale ("easy virtue", appunto), scatena una guerra di nervi tra l'algida suocera, spalleggiata dalle due figlie zitelle, e la povera nuora, peraltro per nulla aiutata dalla sorte nel suo iniziale tentativo di integrarsi in un mondo ostile e antiquato.
Quando Larita ne ha abbastanza di subire, decide di passare al contrattacco, forte dell'alleanza di un divertito suocero - che vede messo in subbuglio il piccolo mondo antico in cui è stato relegato dalla moglie - e della servitù. Il povero neo sposo si trova preso nel mezzo di una guerra femminile tra madre (e sistema di valori da cui proviene) e moglie, che però nasconde qualche scheletro nell'armadio che non tarda ad uscire ed a complicare ulteriormente le cose.

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