Recensione i tre volti della paura
Recensione a cura di A. Cavisi (voto: 9,0)
Una donna viene infastidita da telefonate minatorie.
Una famiglia viene stravolta da una strana forma di vampirismo.
Una donna viene sconvolta dal senso di colpa per aver rubato un anello ad una donna defunta.
Suddiviso in tre deliziosi e gustosissimi episodi, "I tre volti della paura", di quel piccolo grande genio che è stato Mario Bava, si inserisce a pieno titolo e di diritto tra le pellicole di genere più riuscite e apprezzabili del panorama italiano.
Paradossalmente qui da noi non ebbe la giusta accoglienza, venendo invece capito nella sua essenza ironica e beffarda solo all'estero. Ognuno dei tre episodi racconta, in maniera del tutto differente sia stilisticamente che narrativamente, quali sono i diversi tipi di paura o perlomeno i principali, a detta del regista.
Trattasi della paura dei vivi, raccontata nel primo episodio dal titolo "Il telefono"; della paura dei non-morti, narrata nel secondo episodio intitolato "I Wurdalak" e infine della paura dei morti, mostrataci nell'ultimo capitolo: "Goccia d'acqua".
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