Recensione mariti
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Recensione a cura di Ciumi (voto: 8,5)
La vocazione a sentire l'umanità, a comprenderla, a coglierla in tutta la sua moltitudine di comportamenti ed espressioni: è qui, da questo impegno semplice ma non facile, che trova scopo e forma il cinema sperimentale di Cassavetes, convinto della spontaneità che sta dentro la recitazione e che la vita, quando anche posta davanti a una telecamera, non smetta mai di manifestarsi autonomamente.
A ciò si dedica, con anima e corpo, e da ciò intanto si tiene in disparte; poiché per sua stessa definizione, il regista non conta quasi nulla, non almeno più di qualunque altro: ciò che importa, ci dice, sono i personaggi, anzi le persone, e le loro storie.
"Ombre", "Volti", "Mariti", già nella scelta dei titoli di alcune delle prime opere, tanto essenziali e generici, è suggerita l'idea di un'arte che vuole appartenere a tutti, verace e sensibilmente attenta alla dimensione quotidiana.
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