giovedì 11 novembre 2010

Recensione QUANDO IL GIORNO INCONTRA LA NOTTE

Recensione quando il giorno incontra la notte




Regia di Teddy Newton con -

Recensione a cura di Stefano Santoli (voto: 9,0)

La Pixar sfoggia spesso nei cortometraggi una libertà espressiva totale, sulla scia del cinema come creazione di nuovi mondi, alla Méliès.
Ma la libertà dimostrata con il suo ultimo corto (scritto e diretto da un esordiente alla regia, in casa Pixar: Teddy Newton – teniamolo d'occhio) possiede un genio superiore: tanto da permetterci di affermare che, nei lungometraggi Pixar, a tale genio sono comparabili, per inventiva poetica, forse solo le intuizioni "chapliniane" da film muto della prima parte di "Wall-E".

"Quando il giorno incontra la notte" ha preceduto la visione in sala di "Toy Story 3". Si apre su di un gallo che canta, all'interno di una fattoria. Accompagnati dalla tecnica 3D (sfruttata magnificamente per tutta la durata del corto), un vertiginoso carrello all'indietro rasoterra ai campi racchiude la visione del paesaggio agreste entro quello che è un vero e proprio schermo nello schermo: una sagoma antropomorfa.
Da questo momento, per tutta la durata del corto, guarderemo attraverso lo "schermo nello schermo" costituito da questo e da un altro personaggio, che comparirà a breve. Sono i due protagonisti del film: li chiameremo "Giorno" e "Notte".
Attorno alle loro sagome, che costituiscono delle finestre, dei veri e propri schermi cinematografici, il quadrilatero dello schermo reale è riempito da un'unica tinta nera, equivalente al buio di una sala.
Entro le sagome, invece, possiamo assistere a immagini che si sviluppano in storie con la profondità del 3D, resa più che mai vertiginosa dallo stratagemma di racchiudere il tutto entro due sagome in continuo movimento (il che consente di modulare l'ampiezza del campo visivo: primigenio piacere di estendere l'immagine, esaltato anche dagli effetti tridimensionali).
Le sagome dei due personaggi sono sufficientemente "piene" da poter contenere immagini coerenti, e sono più o meno grandi quanto più o meno sono in primo piano (a volte eccedono lo schermo, o uno di loro lo riempie del tutto per brevissimi attimi).

[...]

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