giovedì 18 novembre 2010

Recensione LA MORTE IN DIRETTA

Recensione la morte in diretta




Regia di Bertrand Tavernier con Harvey Keitel, Romy Schneider, Harry Dean Stanton, Robbie Coltrane, Thérèse Liotard, Max von Sydow

Recensione a cura di atticus (voto: 9,0)

Quando nel 1979 il regista Bertrand Tavernier dirigeva "La morte in diretta" non esistevano ancora i reality show, né film come "The Truman Show" o "Contenders serie 7" erano stati pensati. Precisazione d'obbligo per capire quanto questo profetico capolavoro sia stato ispiratore e precursore dei tempi, senza che nessuno se ne accorgesse (o mentre tutti facevano finta di non accorgersene).

Katherine Mortenhoe è una famosa programmatrice di best seller sentimentali, nel senso che affida ad uno speciale software la stesura dei suoi romanzi, attraverso il riutilizzo ciclico di situazioni prestabilite e preconfezionate.
La notizia di essere condannata da un male incurabile la porta ad affrontare con una nuova ottica la situazione e pertanto accetta una crudele proposta da un network televisivo: lasciarsi filmare 24 ore su 24 nei suoi ultimi giorni di vita ed essere così la protagonista di un nuovo show dal titolo "Death watch".
Superare le tensioni derivanti dal progetto però si rivela impossibile e perciò Katherine si abbandona ad una fuga disperata e senza meta. Nel suo vagare depresso incontra Roddy, un ombroso straniero capace di offrirle quelle attenzioni ultime di cui sente il bisogno. Ma non sa che l'uomo in realtà è un dipendente della rete tv, che si è fatto innestare dietro la retina, dopo un delicato intervento chirurgico, una speciale microcamera che registra tutto ciò che il suo sguardo cattura.
Le crisi ansiogene e la vulnerabilità totale di Katherine saranno gli ingredienti base del successo di una diretta tv che cattura milioni di telespettatori, fino a quando il gioco assumerà risvolti talmente tragici da capovolgere la realtà.

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