Recensione burn after reading - a prova di spia
Recensione a cura di kowalsky (voto: 7,0)
Osbourne Cox (John Malkovich), analista della Cia, viene da un giorno all'altro allontanato dal suo incarico per problemi con l'alcool. Egli piomba in una prevedibile crisi, mentre la moglie (Tilda Swinton) diventa l'amante di uno sceriffo federale affetto da intolleranze alimentari e manie igieniche, tal Harry Pfaffer (Clooney).
Nella periferia di Washington, in una palestra, una donna di mezza età, Linda Litzke (la McDormand, moglie nella vita di Joel Coen), sogna continuamente interventi estetici che non può permettersi di pagare e, quindi, di incontrare la sua "anima gemella".
Un inserviente della palestra trova negli spogliatoi un dischetto di informazioni riservate della Cia: Linda ed un suo collega vagamente idiota (Pitt) decidono di partecipare a un gioco pericoloso: scoprono il nome del proprietario del dischetto, che è Osbourne Cox, e decidono di ricattarlo.
Iniziano una serie di equivoci che porteranno a eventi ora comici ora drammatici, fino a un imprevisto finale.
"Burn after reading" è un film bifronte: non è facile da collocare nè nella cinematografia Usa di questi anni nè nella carriera dei Coen.
La sua apparente esilità in realtà confonde anche gli spettatori: perchè - nonostante tutto - ci troviamo di fronte ad un film ricco di trovate, ma ancor più di intenzioni, che forse una causticità maggiore avrebbero reso con maggiore efficacia.
E' facile vincere la diffidenza e dichiarare senza mezzi termini che il film è un giocoso divertissment dei Coen alle prese con una parodia delle spy-stories americane (come "Austin Powers" lo era di quelle inglesi), ma tutto ciò esaurisce l'importanza di un film minore (ma non a caso il migliore tra i minori) della filmografia dei fratelli americani.
Anche se in qualche frammento "A prova di spia" (titolo appellato nella distribuzione italiana) può ricordare il vetriolico cinismo di "Fargo", il film rappresenta qualcosa di diverso.
E' un cinema che in qualche modo si ricollega alla commedia di John Landis (da cui eredita la stralunata isteria dei personaggi): commedia degli equivoci, "Burn after reading" suscita un certo interesse sia per la capacità dei Coen di parodiare le attese star del casting (Clooney con le sue fobie alimentari, Pitt IPod-dipendente e meno sprovveduto di quanto si creda, ma soprattutto un Malkovich luciferino e nevrotico al meglio di se stesso) sia per l'impatto emotivo che i due fratelli riescono a innescare in un contesto che vorrebbe/dovrebbe essere esclusivamente quello (appunto) del divertissment d'autore.
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