venerdì 26 settembre 2008

Recensione DILLINGER E' MORTO

Recensione dillinger e' morto




Regia di Marco Ferreri con Anita Pallenberg, Carole André, Michel Piccoli, Annie Girardot, Mario Jannilli, Adriano Aprà, Gigi Lavagetto

Recensione a cura di micheletraversa

Un ingegnere torna a casa dal lavoro. È una serata come tante altre. In casa c'è solo la moglie a letto che gli chiede dei sonniferi. La governante entrerà più tardi in casa, per poi rinchiudersi nella sua stanza, ma sia lei che la moglie sonoi raticamente assenti. L'ingegnere inizierà a prepararsi la cena, rifiutando quello che era già pronto. Nella ricerca degli ingredienti troverà una vecchia pistola. La pulirà, disinfetterà portandola di nuovo ai vigori di un tempo. Poi salirà dalla moglie e la ucciderà nel sonno. Il finale sarà devastante. Si imbarcherà su uno yacht alla volta di Tahiti, con scenario simile ad un quadro di Monet.

"Dillinger è morto" è il film più minimalista di Ferreri: sorprendente è la capacità di sottrarre struttura al racconto, svuotandolo di ogni orpello superfluo; il racconto di un uomo inserito perfettamente nella società industriale, con una bella carriera, con una bella moglie, una bella casa. Eppure c'è qualcosa che non va, che stona con un quadro tutt'altro che perfetto, un'asincronia costante per tutto il film; lo spettatore percepisce questa angoscia sottostante, ma sostanzialmente non riesce a spiegarne la provenienza.
Incredibile contrasto fra una vita moderna benestante ed il malessere primordiale di una cultura, e di una rivoluzione culturale (il '68) che forse ha liberato grandi idealismi ma che di certo ha liberato anche demoni interni, lasciando all'uomo l'incapacità di rispondere, o forse solo il tempo per poterlo fare, a quesiti mai posti prima, che si affollano in un universo di significati, più grandi dell'uomo stesso.

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