martedì 23 settembre 2008

Recensione LE TRE SCIMMIE

Recensione le tre scimmie




Regia di Nuri Bilge Ceylan con Yavuz Bingöl, Hatice Aslan, Ahmet Rifat Sungar, Ercan Kesal

Recensione a cura di paul (voto: 9,0)

La scimmia: animale associato al dio scintoista Koshin, dio della strada e protettore dei cavalli; la rappresentazione tipica in questo senso è nella forma del trio non vedo/non sento/non parlo, ovvero il non riuscire ad affrontare la realtà, il sottrarsi alle responsabilità di tutti i giorni.
Questo ci vuole dire il Maestro Nuri Bilge Ceylan con "Le tre scimmie", terza sua opera in concorso al Festival di Cannes e meritatamente vincitrice della Palma d'Oro come miglior regia.
Le tre scimmie rappresentano anche il possesso materiale che, secondo il regista, è la causa dello sfascio dell'umanità e, nel suo senso più ristretto, della famiglia.

La trama è tanto surreale quanto semplice.
Un politico uomo d'affari in piena campagna elettorale investe ed uccide accidentalmente una persona: due testimoni non lo riconoscono, ma prendono il numero di targa della sua auto. Per paura di un fallimento politico l'uomo domanda al suo autista, Eyup, estraneo al fatto, di autoaccusarsi dell'accaduto in cambio di una cospicua somma di denaro. Eyup, con moglie e figlio a carico (e più avanti scopriremo che ha perso in passato un bambino) accetta.
Il figlio di Eyup vuole acquistare un'auto e domanda alla madre di rivolgersi al politico per farsi anticipare parte dei soldi promessi; l'uomo accetta ma tra lui e la donna inizia una relazione. Da qui si arriverà ad un finale onirico-shakespeariano o anche biblico-evangelico, con il ritorno di Eyup alla libertà.

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