martedì 23 settembre 2008

Recensione TUTTI I BATTITI DEL MIO CUORE

Recensione tutti i battiti del mio cuore




Regia di Jacques Audiard con Romain Duris, Niels Arestrup, Jonathan Zaccaï, Gilles Cohen, Linh Dan Pham, Aure Atika

Recensione a cura di Mimmot

"C'è un tempo per il denaro, c'è un tempo per la violenza, c'è un tempo per la musica e per ricominciare a vivere"

C'è veramente tempo per tutto. C'è un tempo per l'indifferenza e c'è un tempo per l'amore, c'è un tempo per il dolore e c'è un tempo per la gioia; così come c'è un tempo per redimersi e per rimediare ai propri errori, anche se il lato oscuro del nostro vissuto, "il battito che il cuore ha saltato" (è questo ciò che sottintende il titolo originale del film, "De battre mon coeur s'est arréte"), non si può cancellare ed è sempre lì, per ricordare a ciascuno di noi ciò che siamo stati e per allontanarci inesorabilemte da quello che si vorrebbe disperatamente essere, in attesa che qualcosa o qualcuno possa ricondurci a quello che sarebbe dovuto essere se avessimo seguito il percorso che era stato tracciato per ciascuno di noi.
Poi, improvvisamente, un giorno basta un segno inatteso, un ricordo, una frase, un incontro, un volto affiorato dal nulla e dai contorni incerti, come le luci al neon che illuminano le notti cineree e cupe delle strade sporche e pericolose delle banlieu parigine e che si rincorrono sul parabrezza dell'auto sportiva di Thomas, per ricordarci gli errori commessi ma anche per lanciarci un'ancora di salvezza, che ci permette di isolarci dal mondo che ci circonda (in cui affari, amori, interessi si intrecciano in un groviglio profondo che ottunde i sensi e la memoria) facendoci recuperare il senso profondo delle nostre azioni e quel "battito che il cuore ha saltato".

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