venerdì 5 settembre 2008

Recensione LA NATURA AMBIGUA DELL'AMORE

Recensione la natura ambigua dell'amore




Regia di Denys Arcand con Thomas Gibson, Ruth Marshall, Cameron Bancroft, Mia Kirschner

Recensione a cura di peucezia (voto: 6,0)

Film del 1993 in lingua inglese (prima volta per il regista franco- canadese Denys Arcand), "La natura ambigua dell'amore" è tratto da una piéce teatrale di Brad Fraser, connazionale di Arcand: "Unidentified Human Remains and the True Nature of Love".
Di teatrale il film conserva la divisione in scene ed atti che vedono agire non più di tre personaggi per volta e la predominanza della parola sull'azione più tipicamente cinematografica, anche se la verbosità dei personaggi e la demarcazione netta delle varie sequenze si ritrovano spesso nella cinematografia di Arcand (si veda ad esempio "Il declino dell'impero americano").

Siamo a Montreal nei primi anni Novanta; il clima è cupo e inospitale quale potrebbe essere quello di una metropoli del Nord America. I protagonisti, giovani intorno ai trenta anni, portano tutti dentro una galleria di insoddisfazioni e ambiguità, tutti alla ricerca insensata di qualcosa, incapaci di vedere positivamente quello che effettivamente hanno.
C'è la prostituta d'alto bordo dal viso d'angelo, paradossalmente la persona più equilibrata del gruppo, sacerdotessa di riti a base di sesso e perversioni; c'è l'ex attore in bilico tra due diverse identità sessuali; c'è la maestrina lesbica innamorata e respinta; c'è l'adolescente inquieto.
Tutti questi personaggi mostrano la loro doppia natura, muovendosi in una città che inghiotte le loro aspirazioni per renderli anonime pedine; sono incapaci di cogliere il bello e sono prigionieri di un male voluto in parte da essi stessi.

[...]

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