Recensione cruising
Recensione a cura di The Gaunt (voto: 9,0)
"Cruising" (in gergo "battere", "rimorchiare") è la pellicola più controversa di William Friedkin, a cui può essere concesso facilmente lo status di film "maledetto"; etichetta fin troppo abusata ma che per questo film calza a pennello, viste le feroci rimostranze suscitate all'epoca.
Tratto da un romanzo del 1970 di Gerald Walker, columnist del New York Times, il film si ispira a fatti di sangue accaduti tra il 1962 ed il 1969, molti dei quali rimasti insoluti, in cui le vittime erano degli omosessuali. Successivamente una nuova serie di delitti colpì nuovamente la città di New York tra il 1973 ed il 1979, apparentemente con le stesse modalità della prima serie ed anche questi rimasti per la maggior parte senza un colpevole. I diritti del libro furono acquisiti anche in questa occasione dai produttori Philip D'Antoni (lo stesso di "French Connection") e Jerry Weintraub, che assicurarono a Friedkin una buona libertà di manovra in sede di sceneggiatura.
New York. Un feroce assassino uccide e taglia a pezzi le sue vittime.
L'ambiente nel quale egli preferisce muoversi e selezionare i corpi è quello dei gay, ma con più esattezza quello legato alle pratiche sadomaso. La polizia, ancora lontana dalla soluzione, decide di piazzare un infiltrato nell'ambiente per ottenere maggiori dettagli e magari anche risolvere il caso. Viene scelto il poliziotto Burns perché ha le caratteristiche fisiche di tutte le vittime. Costretto a separarsi dalla sua donna per mantenere il segreto dell'indagine, Burns scivola silenziosamente attraverso le trame di questo nuovo mondo del West Greenwich Village di New York, spinto dalla possibilità di una promozione. Intuito il colpevole, incastrato una notte nel parco, fa ritorno a casa della sua ragazza dopo aver risolto apparentemente il caso.
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