Recensione un giorno perfetto
Recensione a cura di kowalsky (voto: 6,0)
Una fitta pioggia preannuncia un dramma incombente, mentre un piano- sequenza inquadra il volto di Emma, separata dal marito con figli, davanti a una decisione imponderabile.
In un altro fotogramma, trascorsa probabilmente qualche ora (non è forse questo il nesso temporale di cui vorrebbe appropriarsi Ozpetek?), dopo un'agghiacciante sequenza di tentato-stupro che i più definirebbero gratuita, lo stesso sguardo si posa su quello del turbolento ex-consorte, nuovamente a testimoniare l'impossibilità, recisa, di una concreta riconciliazione tra marito e moglie.
Ozpetek e l'estetica dello sguardo, come ai tempi de "La finestra di fronte".
Ozpetek e il cinema corale, con quei personaggi sfacciatamente ancorati al linguaggio della fiction ed allo strumento emotivo come facile forma di parassitismo popolare.
Ozpetek e la cronaca italiana, che chissà come inquieta tanto sullo schermo quanto lascia indifferente lo spettatore televisivo: ci può anche stare l'onorevole corrotto (Fioravanti), tanto esistono figli che non seguiranno mai le orme del padre.
Sconcertante è da una parte convincersi che il regista di origine turca conosca ormai l'Italia a menadito (e non sempre la migliore possibile, ammesso che ne esista una) ma che sembri prediligere l'interiorità emotiva alla razionalità del bene (e del male) comune. Quindi, non stupirà nessuno sapere che "Un giorno perfetto" è quanto di più coinvolgente Ozpetek abbia mai fatto, e al tempo stesso l'ennesima occasione mancata di compiere il grande salto che forse la sua (ostentata sì) capacità tecnica gli permetterebbe.
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