Recensione arrivederci amore, ciao
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Recensione a cura di peucezia
Tratto dal romanzo di Massimo Carlotto, autore noir molto in voga in questi ultimi anni, il film deve moltissimo alla maschera del "bello e dannato" che ormai volente o nolente il bravo Alessio Boni sembra essersi cucito addosso con cura e meticolosità sin dai tempi de "La meglio gioventù".
L'attore è sullo schermo praticamente per tutto il tempo e senza mai stancare lo spettatore né farlo interrogare sul motivo di tanta ossessiva presenza, forse perché proprio sulle ossessioni, sul "leit motiv" che la storia è costruita.
Il regista Michele Soavi è abilissimo con la camera in molte riprese stile "horror film" (cosa del resto a lui facile venendo dall'esperienza di "Deliria" film di buona scuola del genere) a far entrare lo spettatore dentro la scena, come a inizio storia con la camera lambita nel fiume limaccioso sudamericano tesa a dare una sensazione di stordimento e soffocamento soprattutto a chi rammenta di avere difficoltà oggettive a restare a galla, ma ancor più abile ad entrare nella psiche del protagonista riportando alla luce i suoi ricordi traumatici con l'aiuto di una colonna sonora del passato di solito legata a momenti felici.
La canzone scritta da Paolo Conte ed interpretata da Caterina Caselli "Insieme a te non ci sto più", il cui ritornello da' il titolo alla storia riporta più volte Giorgio (il nome del personaggio interpretato da Boni) al suo tragico passato impossibile da cancellare.
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