martedì 9 maggio 2006

Recensione LA TUNICA

Recensione la tunica




Regia di Henry Koster con Michael Rennie, Victor Mature, Jean Simmons, Richard Burton

Recensione a cura di peucezia

Il film, uscito nelle sale nell'ormai lontano 1953, merita ancora oggi più di un'attenzione per varie sue particolarità.
Il regista Henry Koster può essere definito un onesto artigiano. Attivo in particolare nel decennio Cinquanta-Sessanta, Koster ha lasciato delle pellicole ben fatte, interessanti sotto vari profili anche per gli smaliziati spettatori d'oggi, basti pensare al surreale "Harvey" con James Stewart, sua pellicola d'esordio. Il film lancia come attori internazionali due giovani britannici: l'attore teatrale gallese Richard Burton e la leggiadra ed eterea Jean Simmons. Sul piano squisitamente "tecnico" "La tunica" è il primo film in Cinemascope, tecnica che permette di quadruplicare lo schermo e che quindi ben si presta a storie spettacolari di forte impatto per una platea che ama essere stupita.

Dopo questi numeri l'analisi della storia. Si tratta dell'ennesimo kolossal religioso, filone che da sempre riesce congeniale ad Hollywood, quasi per conferma le comuni radici puritane del popolo americano. La tendenza a realizzare film pseudobiblici viene reiterata soprattutto dopo il grande successo di "Quo vadis?" uscito sugli schermi nel 1949. Di solito le majors cinematografiche erano solite proporre l'adattamento sul grande schermo di episodi biblici più o meno noti o le versioni di romanzi celebri. Per realizzare "La tunica" il regista sceglie una storia minore tratta dal romanzo omonimo di Lloyd Douglas, una commistione tra il sacro, il mélo e l'avventuroso. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. A distanza di cinquant'anni dalla sua uscita il film, nei suoi molteplici passaggi in televisione, riesce a ritagliarsi un posto di tutto rispetto persino di fronte a una programmazione televisiva più recente ed agguerrita.

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