mercoledì 24 maggio 2006

Recensione IL CODICE DA VINCI

Recensione il codice da vinci




Regia di Ron Howard con Tom Hanks, Jean Reno, Audrey Tautou, Alfred Molina, Ian McKellen

Recensione a cura di Simone Bracci

Diventa estremamente difficile porsi di fronte ad un film tratto da un romanzo che ha dissotterrato dal polverone storico profonde ideologie ataviche, qual è stato il caso de Il Codice da Vinci.
Prima del lancio internazionale, prima della sua maestosa campagna di marketing, prima della sua proiezione alla Croisette, prima delle azioni rurali chiamate banalmente "crociate" anti Codice da parte della stampa, prima di tutto questo c'è un complesso adattamento cinematografico.
Di fronte all'opera di Dan Brown si sono posti il regista (già premio Oscar) Ron Howard e lo sceneggiatore Akiva Goldsman che ne hanno tirato fuori un lungometraggio di due ore e mezza. Attenendosi prettamente al lato filmico, per chi dunque ha letto il libro (e per chi lo ha apprezzato per quello che è), si nota immediatamente come l'eccessiva pressione mediatica e l'ingiustificata campagna screditatoria da parte della Chiesa (tornata impaurita ad affrontare i demoni del modernismo) abbiano raggiunto lo scopo. Ossia, quello di limitare una divulgata libertà d'espressione, mettendo il guinzaglio alla trasmutazione espressiva e simbolica dell'intera opera. Per non incedere troppo nel provocatorio, dunque, gli autori hanno deliberatamente frenato una legittima forma d'arte, dando un colpo al cerchio e uno alla botte.

Partiamo dalle interpretazioni dei personaggi coinvolti, in un cast che ha fatto dell'internazionalità la sua arma a doppio taglio. Su tutti, come ormai spesso accade nei ruoli da antagonista, la palma del migliore spetta al monaco-killer Silas, un Paul Bettany che forse è l'unico che da credito al proprio personaggio, seguito a ruota dal sempre eccellente Sir Ian McKellen. Il resto sono marionette che si muovono al servizio ludico dello spettatore, da un Tom Hanks che si aggira spaesato e poco convinto nei panni dell'impavido Robert Langdon, passando per i superflui Reno (Bezu Fache) e Molina (Aringarosa), fino ad arrivare ad Audrey Tatou, spettrale presenza della crittologa francese Sophie Neveu. Discutibile anche la scelta del doppiaggio "a metà", che ha previsto di lasciare in lingua originale molte delle battute presenti nel film, compreso l'italofrancese interpretato da Anne-Marie Sanchez.

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