martedì 30 maggio 2006

Recensione I SETTE SAMURAI

Recensione i sette samurai




Regia di Akira Kurosawa con Takashi Shimura, Toshirô Mifune, Yoshio Inaba, Seiji Miyaguchi, Minoru Chiaki

Recensione a cura di Giordano Biagio

"I sette samurai" è uno dei più celebri film di Akira Kurosawa. Girato nel 1954, con attori di pregio come Toshiro Mifune e Takashi Shimura, il film è considerato da autorevoli critici cinematografici un prototipo del film d'azione a tutto campo: un fluire in un unico filone narrativo delle numerose istanze spettacolari e culturali che lo costituiscono. Un'opera che dà spettacolo riuscendo a trasmettere nello stesso tempo contenuti di rilievo.

Con quest'opera si affermano definitivamente quei noti codici visivi orientali, già apprezzati in altri ambiti, che tanta parte avranno nel successo dei film da intrattenimento a tinte forti.
Un linguaggio cinematografico sopra le righe, ne sono un esempio i personaggi che si muovono con toni recitativi ieratici, sguardi drammatici con espressioni essenziali, penetranti; i movimenti pulsionali legati alla vita e alla morte sembrano sempre in bilico e in buona evidenza dialettica: lungo una sfida tra il bene e il male che chiama in causa di volta in volta la fatica e l'incertezza del lavoro, il conflitto di classe, le inquietudini legate al sesso e all'amore.
Sesso e amore sono espressi spesso in una contrapposizione dinamica, come due soggetti impazziti combattuti tra la necessità di mantenere un decoro rispettoso della morale dei tempi e l'esigenza di una istintività misteriosa, meno controllabile, che non può imporsi del tutto perché il suo scopo è fortemente creativo e violento nel mentre è frenata e avvolta dalle sublimazioni sociali più nobili.

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