martedì 11 maggio 2010

Recensione A CIASCUNO IL SUO

Recensione a ciascuno il suo




Regia di Elio Petri con Gian Maria Volontè, Irene Papas, Gabriele Ferzetti, Salvo Randone

Recensione a cura di A. Cavisi (voto: 9,0)

Sicilia, anni '60. Paolo Lurana, professore di sinistra, si ritrova ad indagare sull'omicidio del suo amico, il dottor Roscio ucciso insieme al farmacista Manno. Delitto d'onore o assassinio mafioso?

È forse uno dei primi esempi di cinema sociale e civile questo "A ciascuno il suo", tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia che a sua volta si è rifatto per il titolo, ma anche per la storia che ha narrato, ad una frase del diritto romano che cita: "la giustizia è l'arte di dare a ciascuno il suo". In questo film sembra non esserci alcuna giustizia, soprattutto se pensiamo che è ambientato nella Sicilia degli anni '60, quella dello pseudo-boom economico (che costruì una nuova Italia sulle macerie di quella vecchia), della speculazione edilizia, della politica corrotta. Ed era lo stesso Petri a dirlo, non solo con i suoi film, ma anche nelle sue interviste, denunciando una società in cui tutti sapevano e vedevano, ma in cui nessuno parlava o faceva qualcosa per portare a galla determinate realtà. Erano anche, e purtroppo ancora sono, gli anni della mafia, che qui non viene mai nominata, ma che serpeggia viscidamente in ogni singolo fotogramma, in ogni dialogo tra le varie pedine che si muovono su questo giallo di periferia che assume connotati ben più profondi e si fa portatore di un carico molto pesante: la denuncia sociale appunto.

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