Recensione l'uomo fiammifero
Recensione a cura di K.S.T.D.E.D. (voto: 5,5)
Opera prima del regista abruzzese Marco Chiarini, "L'uomo Fiammifero" è una pellicola la cui produzione è stata possibile in parte grazie alla vendita del libro che contiene i disegni, le foto, gli appunti e gli acquerelli realizzati dallo stesso Chiarini in sede di progettazione del film. Attraverso i proventi di tale vendita, infatti, è stato possibile dar corpo al progetto fino all'interessamento da parte di Fabrizio Cico Diaz, che coordinandolo e sostenendolo anche finanziariamente ha contribuito alla realizzazione dello stesso, concretizzatasi dopo un mese di riprese e ben tre anni di post produzione. Il tutto con un budget bassissimo.
Prima di procedere con l'analisi relativa all'aspetto artistico, è bene aprire una parentesi relativa ad un aspetto meramente commerciale. Merita un accenno, infatti, la campagna di distribuzione del film. Lo stesso è stato distribuito attraverso la "Social Distribution", fondata da Dimitri Bosi e dallo stesso Chiarini. Il meccanismo è semplice: chiunque sia interessato ad una pellicola tanto da volerla vedere proiettata nel proprio paese, si occupa in prima persona di contattare il cinema, si decidono le date delle proiezioni e lo si pubblicizza nei limiti dei propri mezzi. Gli incassi verranno poi divisi e a colui che ha proposto il film e che si è occupato di pubblicizzarlo spetterà il 10%, più o meno, degli incassi. E' giusto sottolineare questo aspetto, particolarmente degno di nota nel quadro del mercato della distribuzione cinematografica italiana, in quanto veicolo, in potenza, alquanto utile per quel cinema che nel nostro paese si vede giusto ogni tanto, quello delle idee, quello che purtroppo da noi, prendendo in prestito una definizione prettamente boschiva, è il sottocinema. Per avere un'idea di quanto possa essere utile questa iniziativa, basti pensare al fatto che "L'Uomo Fiammifero", rifiutato da tutte le maggiori case di distribuzione, ha avuto un seguito tale da permettere allo stesso di ricevere due nomination al David di Donatello 2010 (Miglior regia e Migliori Effetti speciali) e l'attenzione tardiva di una di quelle major che inizialmente l'aveva ignorato. Breve ma doverosa parentesi, questa, chiusa la quale è possibile andare avanti con l'analisi vera e propria.
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