Recensione piacere, sono un po' incinta
Recensione a cura di Mimmot
"Sei il mio miglior amico, non vuoi aiutarmi? Non dobbiamo fare sesso, mi basta il tuo sperma"
La prima impressione che si ricava dalla visione di "Piacere, sono un po' incinta" è di sorpresa. Sorpresa perchè l'osceno e fuorviante titolo italiano induce a credere si tratti di una boiata, una sorta di cinepanettone o meglio (vista la stagione) di cinecocomero in salsa americana. E invece non è così, perchè il film del debuttante Alan Poul è una piacevole sorpresa, una commedia rosa brillante e gradevole, attuale e leggera, dai toni ora ironici ora marcatamente satirici, nei confronti del desiderio di maternità che prende molte donne, e delle loro solitudini, che le porta a ricorrere all'inseminazione artificiale pur di soddisfare il desiderio di avere un figlio, anche in mancanza del partner ideale.
Certo non si tratta di un film memorabile, uno di quei film quelli destinati a passare alla storia e neppure a diventare patrimonio dell'umanità, ma siamo in presenza di una commedia che ha una sua dignità formale e un impianto classico in puro stile hollywoodiano.
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