mercoledì 12 maggio 2010

Recensione E JOHNNY PRESE IL FUCILE

Recensione e johnny prese il fucile




Regia di Dalton Trumbo con Timothy Bottoms

Recensione a cura di Compagneros

"Le cifre ci hanno disumanizzati. Prendendo il caffellatte alla mattina leggiamo che nel Vietnam sono morti 40.000 americani. [...]
Un'equazione: 40.000 giovani morti = 3.000 tonnellate di carne e ossa, 250.000 chilogrammi di materia cerebrale, 190.000 litri di sangue, 1.840.000 anni di vita che non saranno mai vissuti, 100.000 bambini che non nasceranno mai.
Urliamo di terrore la notte sognando la guerra? No. Non entra nei nostri sogni perché non entra nei nostri pensieri; e non entra nei nostri pensieri perché non ce ne curiamo. [...] Che dire dei 300.000 feriti? Chi sa dove sono? Che cosa provano? Quanti di loro hanno perso le braccia, le gambe, le orecchie, il naso, la bocca, la faccia o il pene? Quanti di loro sono sordi, muti o ciechi, o tutte e tre le cose insieme? Quanti di loro sono stati amputati di un arto, o di due, di tre, o di quattro? Quanti resteranno immobili per tutto il resto della loro vita? Quanti di loro vegetano senza speranza aspettando in silenzio la fine dei loro giorni in piccole, oscure e appartate stanze?
"
("E Johnny prese il fucile", aggiunta del 1970 - Dalton Trumbo)

Trumbo esordisce alla regia con questa opera nel 1971 all'età di 66 anni, e questo rimarrà il solo film da lui girato come regista. Trumbo è stato uno stimato sceneggiatore di Hollywood, firmando sceneggiature come "Spartacus" e "Papillon" e il soggetto di "Vacanze Romane".
Durante il maccartismo, fu arrestato e condannato a undici mesi di reclusione per resistenza all'operato del Congresso, per il suo rifiuto di testimoniare e di dare informazioni circa la sua presunta appartenenza al Partito Comunista Americano. Di conseguenza finì sulla lista nera di Hollywood e si trovò molte porte chiuse in faccia; fu costretto a lavorare sotto pseudonimo o non accreditato.
Più che comunista, Trumbo fu sicuramente antifascista e soprattutto antimilitarista. L'idea per "E Johnny prese il fucile" gli venne dopo aver letto un articolo di cronaca che narrava di un ufficiale britannico orribilmente sfigurato e mutilato durante la Prima Guerra Mondiale. scrisse così il romanzo "E Johnny prese il fucile", che vinse anche il National Book Award, fu scritto nel 1939, cioè poco prima che iniziasse la Seconda Guerra Mondiale. Più di trent'anni dopo il romanzo, Trumbo realizza il film omonimo.
Come può essere facilmente intuibile, il film è molto fedele al libro: nel libro il punto di vista è esclusivamente quello di Johnny dopo l'incidente; nel film invece, essendo impossibile rendere l'idea, il punto di vista di Johnny è espresso dalla sua voce interiore, ma nella stanza in cui è ricoverato, la telecamera offre un punto di vista oggettivo. Il povero Johnny mutilato è sempre mostrato coperto da un lenzuolo e con una maschera sul viso; Trumbo non vuole colpire lo spettatore con immagini forti, la storia è già di per sé agghiacciante e sconvolgente. La pellicola si svolge quindi su due livelli: la realtà presente è fotografata in bianco e nero, mentre i ricordi e i sogni sono a colori.

[...]

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