Recensione i fuorilegge del matrimonio
Recensione a cura di peucezia (voto: 7,0)
Il film, uscito nel 1963, è il secondo con i fratelli Taviani dietro la macchina da presa, al fianco di Valentino Orsini.
Pellicola graffiante a metà tra denuncia sociale e satira, come andava di moda nei primi anni '60, "I fuorilegge del matrimonio" si ispira a una proposta di legge sul "piccolo divorzio", cioè la dichiarazione di scioglimento del matrimonio in caso di gravi motivazioni.
Partendo da casi reali, si analizzano differenti storie girate con tono e stile diversi alla stregua dei film ad episodi popolarissimi all'epoca.
Il prologo, con una bravissima e giovanissima Marina Malfatti, narra di una povera donna che ha perso il ben dell'intelletto; vive in manicomio e non riconosce suo marito che però sarà costretto a restarle legato a vita.
Seguono i cinque episodi ognuno di taglio diverso: il primo, uno dei più lunghi, interpretato da Didi Perego, narra di un'operaia sposatasi giovanissima a un soldato statunitense che, tornato nel suo paese, ottiene il divorzio e mette su felicemente una nuova famiglia allietata da prole.
Alla poverina la Sacra Rota nega l'annullamento. Le scene del processo sono grottesche , a metà tra il futuro Fellini di "Roma" e il Tinto Brass de "Il disco volante", a tratti noiose, un po' sopra le righe, ma calzanti.
[...]
Leggi la recensione completa del film I FUORILEGGE DEL MATRIMONIO su filmscoop.it
Nessun commento:
Posta un commento