Recensione confucius
Recensione a cura di Nicola Picchi (voto: 6,5)
Dopo "The Founding of a Republic", prodotto per celebrare il 60° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, arriva "Confucius", biopic che intende ricordare il 2560° anniversario della nascita del filosofo. Entrambe le opere sono due facce della stessa medaglia e condividono il medesimo intento celebrativo.
Se nel film di Huang Janxin e Han San-ping, didascalica quanto dignitosa parata all-star (da Jet Li a Andy Lau, passando per Peter Chan e Feng Xiaogang), lo scopo era quello di glorificare la storia politica del Partito Comunista, in "Confucius" la volontà di recuperare orgogliosamente le proprie radici culturali coesiste con il calcolo commerciale, considerato l'appeal del personaggio sui mercati asiatici.
La lezione politico-umanistica del filosofo divenne dottrina ufficiale dello stato durante la dinastia Han, ed è alla base del monumentale sistema burocratico che sostenne l'impero cinese fino al collasso della dinastia Quing, nel 1911.
Nel '900 il confucianesimo conobbe fasi alterne; il sogno di costruire uno stato etico, visto quale necessaria premessa alla fondazione di una società armonica, l'accento posto sul senso del dovere e sulla moralità personale, il rispetto della gerarchia sociale, sono valori che lo fecero etichettare come pensatore reazionario, portatore di una concezione conservatrice.
Duramente criticato negli anni della Repubblica e in quelli della Rivoluzione Culturale, durante i quali molti testi furono distrutti e gli studiosi perseguitati, dimenticato durante gli anni '80, Confucio è tornato una figura di attualità dagli inizi degli anni '90, tanto che sono state reintrodotte le annuali cerimonie per commemorarne il giorno della nascita e si sono tornati a studiare i testi classici del confucianesimo nelle scuole.
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